Leggervi è stato emozionante, sono grata a tutte voi che avete partecipato qui sul blog e nei commenti delle due foto pubblicate sul mio profilo Instagram.
Grazie per avermi raccontato i vostri ricordi, le vostre storie, per avermi aperto il vostro cuore fino a mettere nero su bianco storie personali e profonde. Grazie.
Ho letto tutto durante un week end di calma e relax, sottolineando e evidenziando i passaggi che sbam mi hanno colpito al cuore.
Ma andiamo dritti al sodo perchè l’iniziativa ve l’ho già raccontata in questo post.
Scelgo @quemecomo (aiuto non so ancora il tuo nome) che ha lasciato il suo commento a questa foto su Instagram perchè mi ha riportato indietro negli anni, a quando aspettavo ansiosa che mia mamma aprisse il seme del caco per scoprire quale posatina ci fosse al suo interno! Lo sapevate? Ogni seme nasconde al suo interno una piccola posatina bianca! Grazie perchè ho visto quell’albero carico di frutti, il tuo sorriso birichino mentre felice calpesti i frutti caduti a terra, la tua curiosità e per un attimo mi è sembrato di essere lì vicino a te a ridere e scherzare con i nostri amatissimi occhio di bue.
Ecco la sua storia: “Ottobre. Non ho mai memorizzato la frutta di stagione perché, bene o male, non ne ho una preferita. Eppure c’era quell’albero in giardino che mi fece innamorare di quei pomodoroni arancioni, quelli che quando cadono fanno un gran pantano (cosa che mandò ai matti mia nonna che un giorno, in un eccesso di ira, lo tagliò). Sui cachi sono scivolata innumerevoli volte tornando da scuola. Le mie scarpe con gli occhielli si riempivano di polpa sulle punte e mi divertivo a saltarci su per la gioia di mia madre. Più che buoni era divertente mangiarli, mi piaceva sgusciare il seme con un risucchio e poi aprirlo. Perché i cachi hanno la sorpresa dentro. Ho rischiato innumerevoli volte di tranciarmi falangi, dita, mani! La curiosità era troppa. Con un colpo secco lo spaccavo in due per scoprire quale posata nascondesse: cucchiaio, coltello o la rarissima forchetta? Era una gara costante con mia sorella. Poco mi importava del mito che vuole che il seme riveli la qualità dell’inverno a venire, volevo trovare la forchetta! Era un continuo stupore. Mandai a mente il mese in cui mi era concesso aprire un frutto come fosse un uovo di pasqua e ancora oggi aspetto con ansia l’autunno per sgusciare via il seme, osservarlo e ammiccare alla mia infanzia”.
Ho già in mente cosa disegnare, non vedo l’ora di mostrarvelo!
E a pari merito scelgo Antonella che ha lasciato il suo commento qui.
Una nonna, la camomilla, il lavoro certosino di scelta e destinazione dei fiori, il ricamo…cara Antonella mi hai colpito dritta al cuore facendomi tornare in mente la mia nonna adorata che mi ha dato moltissimo, insegnandomi che ci si può sentire a casa anche se lontani della proprie origini.
Vi ho immaginate e soprattutto sono andata alla ricerca di un pò di camomilla per sentire il suo profumo e il caso ha voluto che proprio il 1 giugno una nuova cara amica mi abbia donato la sua camomilla fatta essicare al sole. Chiamalo destino…
Ecco la storia di Antonella: “Mese di Aprile – io e mia nonna Chiara andavamo in giro per i campi a raccogliere camomilla. Entrambe con due bei panieri di vimini intrecciati da lei. Tornavamo cariche di profumatissimi fiorellini che lei faceva essiccare al sole di Puglia. Una volta secchi, i fiori di camomilla venivano suddivisi in base alla grandezza. Le corolle più piccole le mettevamo in vasi trasparenti ( per usarle d’inverno come base per infusi ). Le corolle più grandi finivano in piccoli sacchetti di juta che nonna cuciva e ricamava a mano. Impacchettavamo i sacchetti profumati di camomilla e nonna li regalava ai vicini per far profumare di buono la biancheria nei cassetti.”
Care @quoemecomo e Antonella, le vostre storie saranno protagoniste della nuova agenda 2018 e non vedo l’ora di spedirvi il vostro meritatissimo premio. Durante l’estate prometto di mostrarvi il segreto il work in progress per farvi vedere cosa avete ispirato, poi all’uscita dell’agenda sarò felice di regalarvela come segno di ringraziamento.
Ringrazio tutte le donne fantastiche che hanno partecipato! Qualcuna di voi sarà contattata in privato perchè ho avuto una piccola idea!
Grazie per avermi fatto questo regalo enorme che mi ha permesso di realizzare #tidisegnounastoria.
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